Ogni regione, ogni
capoluogo, e quasi ogni paese ha in Italia e forse in tutta Europa il suo
cantore, il suo storico, il suo linguista, il suo poeta dialettale, i suoi
innamorati. Ma gli innamorati non sono
tutti eguali, ci sono gli innamorati entusiasti e ci sono anche gli innamorati
delusi, e gli innamorati non della città ma della possibilità di conquistarla,
di imporvisi.Lecce non è da meno, ieri come oggi. Le librerie di Lecce hanno
necessariamente la loro vetrina e il loro scaffale dedicati all’editoria
locale. Ci sono le guide turistiche, i libri di cucina e di folklore, i libri
di storia, i dischi di pizzica, i romanzi di autori del luogo o sul luogo, i
poeti vernacolari, le memorie paesane, le cartoline firmate e talora dei
ninnoli, l’artigianato locale, le statuine di cartapesta, e magari le buste di
taralli e di biscotti…Tra questi libri troverà senz’altro posto questo di
Franco Ungaro, che è alla confluenza di più generi, ma che appartiene alla
schiera delle dichiarazioni d’amore esigenti. E se un innamorato o innamorata
non sa vedere e considerare i difetti dell’amata o dell’amato insieme ai suoi
pregi, e se non amerebbe veder sparire i difetti e trionfare i pregi, che razza
d’amore è mai il suo? Un amore stupido, un amore melenso, un amore ipocrita.
Franco Ungaro è un innamorato esigente, e sa vedere di Lecce il buono e il
cattivo, il bello e il brutto. Sa vedere
e sa giudicare.
(dalla Postfazione di
Goffredo Fofi)
Franco Ungaro (1952). Nel
2006 ha pubblicato Dimettersi dal Sud.
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